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Autenticità e cronologia. | 89 |
quest’ordine, fu mosso qualche dubbio che sarà opportuno risolvere. In ispecie, il Sofista e il Politico sono essi anteriori o posteriori al Timeo?
Il Blass in una acutissima monografia, la più recente che tratti quest’argomento per disteso1, pone innanzi tutto le Leggi come prime della serie. Egli ammette bensì che sieno state pubblicate da Filippo di Opunte, ma crede che Platone le abbia cominciate a scrivere nel 366 e finite intorno al 360.
Al contrassegno stilistico dell’iato lasciato correre nelle Leggi e nel Filebo e sempre più evitato nel Timeo, nel Critia, nel Sofista, nel Politico2, il Blass naturalmente non dà un gran peso: io per le Leggi non gliene darei affatto nessuno. Queste ripuliture minute non si fanno di solito, specie in opere di lunga lena, se non nel rivedere, nel trascrivere, nello stampare, e Platone le Leggi non le trascrisse, se è vero che Filippo, come ci è tramandato, le copiò dalle tavole cerate3.
Di gran lunga più grave pare l’argomento ch’egli trae dal confronto con le Epistole Platoniche, ch’egli a ragione con Ed. Meyer reputa genuine4. Non si può
- ↑ Ueber die Zeitfolge von Platons letzten Schriften, in “Apophoreton„, pp. 52-66. Berlin, 1903.
- ↑ Quest’ordine è il risultato delle ricerche di Walther Janell, Quaestiones Platonicae (Teubner, Supplem. der Jahrbücher, 1901, pagg. 265-336).
- ↑ Diog. Laert. III, 25. Proclo, Προλεγόμενα τῆς Πλάτ. φιλ. 25.
- ↑ Il Ritter (Neue Unters. pp. 327-424) tiene per legittime la III, la VII e la VIII; e impugna in ispecie la II e la XIII, ma non mi ha punto persuaso: veggasi la mia
superfluo confutare la tesi contraria di F. Horn (o. c.) che pone la Repubblica dopo il Politico: ogni esercizio di eristica contro i fatti constatati, non che li smuova, serve piuttosto a dimostrare quanto cauti si deva essere nell’accettare quelle parvenze che un ingegno acuto e una dialettica sottile vorrebber far passare per verità vere.