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cultamente come semi vitali dentro la spoglia caduca del frutto. Sì, basta un accordo negativo. Basta di sentire che la Chiesa di Cristo soffre, per unirci nell’amore di nostra Madre e almeno pregare per essa, noi e i nostri fratelli che, come noi, la sentono soffrire! Che ne dice, signor abate?»

L’abate mormorò con un lievissimo sorriso:

«C’est beau mais ce n’est pas la logique.»

Don Paolo scattò:

«Ma che logica!»

«Ah!» rispose il Marinier con una maligna faccia compunta. «Se rinunciate alla logica…!»

Don Paolo, tutto acceso, era per protestare ma il professore Dane gli accennò di chetarsi.

«Noi non vogliamo rinunciare alla logica» diss’egli. «Solamente non è facile misurare il valore logico di una conclusione in materia di sentimento, di amore, di fede, come è facile misurare il valore logico di una conclusione in materia di geometria. Nella materia nostra il procedimento logico è occulto. Certo il mio caro amico Marinier, una delle menti acutissime che io conosco, non ha voluto dire questa cosa in risposta al mio caro amico Selva, che quando una persona molto amata da noi cade inferma, è necessario a noi di accordarci sulla cura che le faremo, prima di correre insieme al suo letto!»

«Queste sono bellissime figure» disse l’abate