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52 | capitolo secondo |
signora Selva discorrendo un poco adesso di quello che sarà poi il discorso della riunione.»
Maria lo rassicurò. Ella non avrebbe partecipato alla riunione ma pigliava moltissimo interesse allo scopo.
«Bene» proseguì Marinier «allora sarà molto utile per me che io conosca esattamente questo scopo, perchè Dane me ne ha parlato non con tanta precisione, e io non posso esser sicuro di dividere le vostre idee in tutto.»
Don Paolo non seppe trattenere un gesto d’impazienza. Anche Selva parve un po’ seccato, perchè davvero un consenso in certe idee fondamentali era necessario. Senza di esso la riunione poteva riescire peggio che inutile, pericolosa.
«Ecco» diss’egli «siamo parecchi cattolici, in Italia e fuori d’Italia, ecclesiastici e laici, che desideriamo una riforma della Chiesa. La desideriamo senza ribellioni, operata dall’autorità legittima. Desideriamo riforme dell’insegnamento religioso, riforme del culto, riforme della disciplina del clero, riforme anche nel supremo governo della Chiesa. Per questo abbiamo bisogno di creare un’opinione che induca l’autorità legittima ad agire di conformità sia pure fra venti, trenta, cinquant’anni. Ora noi che pensiamo così siamo affatto disgregati. Non sappiamo l’uno dell’altro, eccetto i pochi che pubblicano articoli o libri. Molto probabilmente vi è nel mondo