tura animale inferiore lo stimolo morale si palesi e si venga sviluppando in antagonismo con gli stimoli dell’istinto corporeo. Egli vi sosteneva l’ipotesi che si elaborasse così progressivamente nelle specie inferiori la coscienza umana. Si proponeva ora di rifarsi da queste conclusioni e determinare il principio generale che la rinuncia al piacere corporeo per una soddisfazione di ordine superiore significa sforzo della specie verso una superiore forma di esistenza. Avrebbe quindi esaminato il fatto straordinario di quegl’individui umani che agli stimoli del piacere corporeo, grandemente ringagliarditi per la complicità dell’intelligenza e della immaginazione col senso, contrappongono energie di rinuncia più forti ancora, senz’altro obbietto che di onorare la Divinità. Avrebbe dimostrato che parecchie religioni ne forniscono esempi, che la rinuncia vi è glorificata, che resta però sempre un atto libero dell’individuo. Avrebbe riconosciuto che sarebbe atto biasimevole e stolto se non rispondesse a un misterioso impulso della stessa natura, dell’elemento detto spirituale che persiste nell’antico antagonismo con gli stimoli dell’istinto corporeo per effetto di una legge cosmica. Inconscii collaboratori di Colui che governa l’Universo, gli eroi della rinuncia suprema si credono di onorarlo col semplice sacrificio, mentre incarnano in fatto, giusta il Divino Disegno, la