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40 | capitolo secondo |
dell’amico rapito dalla giovanilità intellettuale, appassionata, del viso di lei, dalla dolcezza degli occhi grandi, dalla eleganza del busto. Poi, quando si erano accordati d’incontrarsi, venendo lui dal lago di Como e lei da Bruxelles, a Hergyswyl, presso Lucerna, erano state febbri di terrori per l’uno e per l’altra. Ella pensava:
«Il ritratto piacque, ma le movenze della persona vera, una linea, un colore delle vesti, il modo dell’incontro, le parole prime, il tono della voce possono forse distrugger d’un colpo il suo amore.»
Egli pensava:
«Conosce il mio viso guasto dagli anni, i miei capelli bianchi, li ama nei ritratti ma ogni giorno più mi sciupa, forse al vedermi questo incredibile amore cadrà di un colpo.»
Egli era giunto a Hergyswyl qualche ora prima di lei col piroscafo; ella, partita il mattino da Basilea, vi era arrivata nel pomeriggio con la Brünigbahn.
«Sai» soggiunse Maria «quando non ti vidi alla stazione il mio primo sentimento fu di piacere; tremavo tanto! Il secondo no, il secondo fu di terrore.»
Giovanni sorrise.
«Questo non me lo hai mai raccontato» diss’egli.
La giovine moglie lo guardò, sorrise alla sua volta.