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don clemente 39


la bocca. La testa canuta dell’uomo e la bionda della donna si congiunsero in un lungo bacio che avrebbe fatto stupire il mondo. Maria d’Arxel si era innamorata a ventun’anni di Giovanni Selva per averne letto un libro di filosofia religiosa, tradotto in francese. Scrisse all’ignoto autore parole tanto calde di ammirazione che Selva le rispose accennando ai suoi cinquantasei anni e ai suoi capelli bianchi La signorina replicò che sapeva, che non offriva né chiedeva amore, che avrebbe soltanto desiderato qualche rigo di tanto in tanto. Le sue lettere lucevano d’ingegno infuocato. Giunsero a Selva mentr’egli si dibatteva in una oscura crisi, in una lotta amarissima che non accade raccontare qui. Pensò che questa Maria d’Arxel poteva essere una stella di salute. Le scrisse ancora.

«Sai che anniversario è oggi?» disse Maria. «Ti ricordi?»

Giovanni ricordava; era l’anniversario del loro primo incontro. Le due anime si erano rivelate l’una all’altra, nella corrispondenza, sino al fondo, con indicibili ardori di sincerità; e le persone non si erano vedute che nei ritratti. Sin dalla quarta o dalla quinta lettera scambiata, Giovanni aveva chiesto alla signorina sconosciuta il suo; attesa, temuta domanda. La signorina consentì a patto di riavere tosto la fotografia, e spasimò fino a che non le giunse di ritorno con parole dolcissime