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474 capitolo nono

dare a dargli questa consolazione. Ella non poteva, non poteva, non poteva! Non ci fu verso di smuoverla. Un domestico venne a chiamare Selva. Maria e Noemi uscirono.

Rimasta sola, Jeanne ebbe un momento l’idea di raggiungerle, di arrendersi, di andargli a dire ella pure una parola di gioia. Cadde ginocchioni, stese le braccia, quasi a lui che le stesse davanti, singhiozzò: «caro, caro, come ti potrei ingannare?» Aveva lottato più volte col proprio scetticismo imperioso e sempre invano. Uno slancio di dedizione alla fede, lo sapeva, non sarebbe stato durevole.

«Perchè non mi vuoi sola?» gemette ancora, sempre ginocchioni. «Perchè non mi vuoi sola? Perchè le coscienze pie non si offendano? Perchè la mia disperazione non ti turbi? Perchè non mi vuoi sola? Posso io dire davanti a loro quello che ho dentro di me? Tu che sei buono come il tuo Signore Gesù, perchè non mi vuoi sola? Oh!»

Ella scattò in piedi, convinta che se Piero la udisse risponderebbe «sì, vieni.» Stette un attimo come impietrata, colle mani alle tempie; e mosse poi lentamente, simile a una sonnambula, uscì del salotto, attraversò il vestibolo, scese in giardino.

Pioveva tanto dirottamente, il cielo, corso tuttora di tempo in tempo dal tuono, era tanto fosco che prima delle sei, quella sera di febbraio, pa-