Pagina:Il Santo.djvu/469


nel turbine di dio 457


«Ah!»

La suora si era appisolata ma il professore no.

«Cosa c’è?» diss’egli. «Vedi qualche cosa?»

Sulle prime Benedetto non rispose. Il professore alzò la lampadina e si chinò sopra di lui che volse il viso a guardarlo con una espressione di desiderio intenso e dopo averlo guardato lungamente sospirò:

«Ah professore, c’è che Lei deve venire dove vado io.»

«Ma sai» disse Mayda «dove vai, tu?»

«So» rispose Benedetto «che mi separo da tutto quello che si corrompe e che pesa.»

Poi domandò se qualcuno fosse andato alla parrocchia. Come, se non era passato che un quarto d’ora? Si scusò, gli pareva che fosse passato un secolo. Supplicò il professore di ritirarsi, di prendere riposo, contemplò daccapo i lumi celesti; poi chiuse gli occhi, desiderò Gesù, due braccia umane che lo sollevassero e lo cingessero, un petto umano, animato di Divino, dove celare il viso entrando nell’immenso mistero.


Ebbe i sacramenti alle sei. Il termometro era salito di qualche linea.