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nel turbine di dio 449


In pari tempo si sentì umiliato della sua dimenticanza. Era egli vicino a perder la mente? Tutto il giorno prima aveva pensato le ultime parole da dire agli amici e alla persona che tanto gli aveva fatto sentire la sua presenza invisibile. Ma se perdeva la mente? Il professore diede mano a saturarlo di chinino. In principio Benedetto accettò volontieri iniezioni dolorose e pozioni amare, così per il desiderio di rinvigorirsi un poco e quindi di difendersi contro un oscuramento dello spirito, come per il desiderio di soffrire. Oh sì, soffrire, soffrire! Nei giorni precedenti aveva sofferto molto, non di sofferenze locali, non di sofferenze acute, ma di una sofferenza inesprimibile, diffusa dalle radici dei capelli alle estremità dei piedi. Era stata una beatitudine dell’anima poter associare in tali momenti la volontà propria alla Volontà Divina, accettare dall’Amore tutto il dolore che gli aveva destinato senza dirgliene il misterioso perchè, un perchè nascosto nel disegno dell’Universo, certo un perchè di bene; non di solo bene della persona sofferente ma di bene universale, di un bene radiante dal suo povero corpo senza conosciuto confine, come il moto da un vibrante atomo del mondo. Grande cosa soffrire, continuare umilmente Cristo, continuare la redenzione come un peccatore può, compensare col dolore proprio il male altrui! Là sul sentiero solitario del Sacro Speco, nel