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442 capitolo nono

a don Clemente. Giovanni risponde che don Clemente è a villa Mayda fino dalle dieci e mezzo. La carrozza prosegue. A Piazza Montanara comincia la pioggia. I cavalli trottano serrato. Quando finalmente il cocchiere li mette al passo, Maria guarda suo marito: — è bene l’Aventino? Dobbiamo essere vicini. — Questo è detto con gli occhi, non con le labbra. Jeanne non era mai passata di là ma sente anche lei che si è per arrivare. Eretta sulla persona, guarda il muro che le passa davanti agli occhi. Lo guarda attentamente come se volesse contare le commessure delle pietre. I cavalli riprendono il trotto. Passato Sant’Anselmo, si scende al basso. Popolani fermi, a destra e a sinistra, guardano nella carrozza. Giovanni Selva mormora involontariamente:

«Ecco.»

Allora Jeanne ha un sussulto, si copre impetuosa il viso colle mani. Maria, seduta al suo fianco, le cinge il collo con un braccio, si piega tutta a lei, le sussurra:

«Coraggio!»

Ma Jeanne si stringe in sè, si schermisce quanto può, e Noemi accenna a sua sorella, scuotendo il capo, di smettere. Maria sospira e la carrozza svolta a sinistra fra due fitte ali di gente, passa un cancello. Le ruote stridono sulla ghiaia, si fermano. Un domestico viene allo sportello. Il signor