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nel turbine di dio 441

Noemi in un’altra. Giovanni seguì quest’ultime. Dunque? La febbre è salita molto, il professore non ha più speranza. Noemi, udito questo, mette il cappello in furia e va nella camera di Jeanne che sta mettendo il suo. Jeanne si volta, la vede venire a un bacio, la ferma col gesto, si pone un dito alle labbra. Noemi intende. È l’ora della fortezza, Jeanne non vuole baci nè parole nè lagrime. E non domanda particolari, non domanda niente. Si raccolgono tutti; Maria dice piano a suo marito di prendere due carrozzelle coperte, anche perchè il cielo si è annerito, un temporale da inverno romano è imminente. Non occorrono carrozzelle. Giovanni è venuto col landau di casa Mayda. Si sale nel landau, chiuso. Jeanne si accorge allora che le sue compagne sono vestite di scuro e che lei ha un vestito cenere, troppo chiaro, troppo elegante. Trasalisce lievemente, gli altri la interrogano collo sguardo. Ella esita un momento, pensa che non ha nè tempo nè modo di rimediare, risponde:

«Niente.»

Si parte. Nessuno parla più.

Svoltando in via del Pianto, la carrozzella si ferma per un impedimento. Si è fatto ancora più buio, tuona, i cavalli s’impennano, Maria guarda inquieta dallo sportello; Jeanne, ch’è seduta in faccia a Giovanni, gli domanda sotto voce se ha telegrafato