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jeanne | 429 |
voce tranquilla che il senatore avrebbe dovuto far avvertire loro, che non sapeva perchè si fosse rivolto a lei. Vedessero loro, adesso, che fosse a fare.
La musica tacque, si udirono Carlino e Chieco discorrere. Di Leynì, che abitava un quartierino di scapolo alla salita di Sant’Onofrio, l’offerse. Ma se c’era un mandato di arresto? Se non si attendeva, per eseguirlo, che l’uscita di Benedetto da quella casa?
Jeanne smentì, pacatamente, la possibilità dell’arresto. I Selva la guardavano pieni di ammirazione per quella calma voluta. Jeanne aveva supposto da un pezzo ch’essi sapessero il nome vero di Benedetto; come non sarebbe sfuggita una parola a Noemi, malgrado tutti i divieti? E un istante prima, nel tacito scambio di sguardi dolorosi, i Selva e lei si erano intesi. Giovanni e sua moglie comprendevano che Jeanne si faceva eroicamente violenza non per loro ma per di Leynì. E adesso anche di Leynì, per le confidenze di Giovanni, sapeva! Parve loro di avere quasi commesso un tradimento.
Essi si tennero certi che se Jeanne diceva di non credere alla possibilità dell’arresto doveva averne ragioni da loro non conosciute. Osservarono che Benedetto avrebbe potuto accettare l’ospitalità loro. Jeanne ricordò pronta che Benedetto