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422 | capitolo ottavo |
Udito che la signora Dessalle era fuori, i tre visitatori chiesero di aspettarla nella sala di conversazione. I Selva parevano ancora più tristi che di Leynì.
Dopo un breve silenzio, Maria osservò ch’erano le quattro e un quarto e che Jeanne non avrebbe potuto tardar molto perchè alle quattro e mezzo, ogni giorno, aveva un impegno presso suo fratello. Di Leynì pregò di venirle presentato, quando arrivasse. Aveva un messaggio per lei che non conosceva; un messaggio, del resto, che riguardava pure gli amici di Benedetto, quindi anche i Selva. Maria trasalì.
«Un messaggio di lui?» diss’ella, impetuosa. «Un messaggio di Benedetto?»
Di Leynì la guardò, sorpreso di quell’impeto, e tardò un poco a rispondere. No, non era di Benedetto ma lo riguardava. Poichè la signora Dessalle poteva sopraggiungere di momento in momento e si trattava di cosa non tanto breve, non tanto semplice, gli pareva opportuno di non cominciare a parlarne prima del suo arrivo. Domandò poi ingenuamente come mai avesse preso interesse alla sorte di Benedetto questa signora Dessalle che non si era veduta mai alle riunioni di via della Vite, e della quale non aveva mai udito il nome.
«Ma Lei» disse Maria «perchè crede che ci abbia interesse?»