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jeanne | 403 |
Mayda e sua nuora, sapeva che il professore era chiamato molto spesso fuori di Roma, lo stimava un grande chirurgo ma non un grande medico, immaginava che nella sua assenza la giovine signora non avrebbe avuto un riguardo, un’attenzione al mondo per l’infermo. E sapeva dei tre soli giorni che s’intendevano concedere dal Direttore generale. Oh non era possibile lasciar Piero a villa Mayda! Portarlo via, bisognava! Trovargli un nascondiglio dove nè Questura nè carabinieri sapessero scovarlo, dove fosse assistito bene, con ogni cura e da un medico valente!
Non pensò a consultare i Selva. Neppure aveva detto a Noemi la propria intenzione di mandare la carrozza al ministero. Le passò per la mente l’idea di proporre loro che ospitassero Piero ma non le parve buona; le relazioni di Piero con Giovanni Selva erano troppo note perchè quello fosse un nascondiglio sicuro. Dentro questa considerazione prudente fremeva una segreta gelosia di Noemi, una gelosia di carattere particolare, non violenta, non ardente, perchè Noemi non amava Piero di un amore simile al suo, ma quasi più tormentosa perchè ella comprendeva che Piero poteva accettare il sentimento mistico di Noemi, perchè di un tale sentimento ella era incapace e anche perchè non aveva una ragione giusta di dolersi dell’amica, di rimproverarla, di sfogarsi.