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28 | capitolo primo |
Guiderò io, che conosco Bruges meglio di Lei. E Lei stia cento passi indietro.»
Carlino non seppe replicare che «oh oh! – oh oh! – oh oh!» e la D’Arxel si portò via Jeanne avviandosi lungo la cancellata del piccolo cimitero di Saint-Sauveur. Le parve giunto il momento di metter fuori l’ultima rivelazione.
«Credo che Giovanni abbia ragione, sai» diss’ella. «Questo don Clemente è di Brescia.»
Allora Jeanne, presa da un impeto di dolore, cinse con un braccio il collo dell’amica, ruppe in singhiozzi. Noemi, atterrita, la supplicò di chetarsi.
«Per amor di Dio, Jeanne!»
Questa le domandò, fra un singhiozzo soffocato e l’altro, se Carlino sapesse. Oh no, ma che direbbe adesso?
«Qui non può vedere» singhiozzò Jeanne.
Erano nell’ombra della chiesa. Noemi ammirò che Jeanne, in preda a quell’emozione, se ne fosse accorta.
«Per carità, non sappia niente! Per carità!»
Noemi promise di non parlare. Jeanne si venne a poco a poco chetando e fu la prima a muoversi. Ah esser sola, esser sola nella sua camera! La vista della torre di Notre Dame saettante il cielo con la guglia affilata le fece male come la vista di un nemico vincitore e implacabile. Lo comprendeva bene adesso, si era illusa per tre anni