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26 | capitolo primo |
«No!» fece Jeanne, risoluta, scotendo via il dubbio e la congettura. «Non è lui, non è possibile. Non è mai stato musicista!»
«No, no, non sarà lui, non sarà lui» si affrettò a dire a Noemi, sotto voce, perchè veniva Carlino. Questi sopraggiunse, lodò, espresse il desiderio che si inoltrassero lentamente fra gli alberi.
Sotto gli alberi Jeanne si dolse, quasi sdegnosamente, che l’amica avesse aspettato quel momento a farle un discorso simile, che non avesse parlato prima, in casa. E tornò a protestare che questo benedettino non poteva essere Maironi, che Maironi non era mai stato musicista. Noemi si giustificò. Aveva avuto in animo di parlare al ritorno dall’Ospitale di S. Giovanni, dalla visita ai Memling, ma Jeanne era già tanto triste! Però ne avrebbe parlato se non fosse venuto Carlino. E ora, a passeggio, interrogata, non aveva saputo schermirsi. Se, quando erano ferme presso l’Hôtel de Flandre, Jeanne non avesse ricondotto il discorso a quel tema, sarebbe stata cosa finita; e lei, Noemi, non ne avrebbe riparlato che a casa.
«E tua sorella crede proprio…?» disse Jeanne.
Ecco, Maria dubitava. Pareva che il più persuaso fosse Giovanni. Giovanni era certo; almeno Maria scriveva così. A questa risposta di Noemi Jeanne scattò. Come poteva esser certo, suo cognato? Che ne sapeva? Maironi non era capace