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350 capitolo settimo


«Prega per me, prega che il Signore m’illumini.»

Due lagrime brillavano nei belli occhi soavi di vecchio che mai non si macchiò di un volontario pensiero impuro, di vecchio tutto dolcezza di carità. Benedetto non riuscì, per la commozione, a parlare.

«Vieni ancora» disse il Papa. «Dobbiamo discorrere ancora.»

«Quando, Santità?»

«Presto. Ti farò avvertire.»

Intanto l’ombra, avanzando, aveva inghiottito la Figura bianca e la Figura nera. Sua Santità pose una mano sulla spalla di Benedetto, gli domandò sommessamente, quasi esitante:

«Ricordi la fine della tua visione?»

Benedetto rispose, pure sottovoce, abbassando il viso:

«Nescio diem neque horam.»

«Non sono nel manoscritto» riprese Sua Santità. «Ma ricordi?»

Benedetto mormorò:

«In abito benedettino, sulla nuda terra, all’ombra di un albero.»

«Se così sarà» riprese il Santo Padre, dolcemente «ti voglio benedire per quel momento. Allora sarò ad aspettarti in cielo.»

Benedetto s’inginocchiò. La voce del Papa suonò solenne nell’ombra: