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nel turbine del mondo 335

di emozione «...come non l’ho detto a nessuno. Io credo, io so che Dio è il nostro Padre di tutti, ma io sento nella mia natura la Sua paternità. Quasi non è un dovere il mio, è un sentimento di figlio.»

«E credi avere il cómpito di esercitarla qui, adesso, un’azione religiosa?»

Benedetto giunse le mani come se implorasse già di venire ascoltato.

«Sì» diss’egli «anche qui, anche adesso.»

Ciò detto, pose un ginocchio a terra tenendo sempre giunte le mani.

«Alzati» disse il Santo Padre. «Di’ liberamente quello che lo Spirito ti consiglia.»

Benedetto non si alzò.

«Mi perdoni» diss’egli «io devo parlare al solo Pontefice e qui non mi ascolta il solo Pontefice!»

Il Papa trasalì, lo interrogò con gli occhi, severo.

Benedetto porse un poco il mento, inarcando le sopracciglia, verso una porta grande alle spalle del Papa.

Questi prese un campanello di argento che stava sul tavolino, accennò imperiosamente a Benedetto di alzarsi e suonò. Ricomparve dalla porta della Galleria il prete di prima. Il Papa gli ordinò di far venire in Galleria don Teofilo, il cameriere fedele che aveva portato con sè dalla sua sede