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nel turbine del mondo 327

cereo volto che aveva una espressione ineffabile di purezza e di bontà. Si avvicinò, piegò il ginocchio, baciò la mano che il Santo Padre gli stese dicendo con gravità soave:

«Non mihi, sed Petro.»

Quindi sedette. Il Papa gli porse un foglio, gli avvicinò la lucernetta.

«Guarda» diss’egli. «Conosci la scrittura?»

Benedetto guardò, trasalì, non potè frenare un’esclamazione di mesta riverenza.

«Sì» rispose «è la scrittura di un santo prete che ho molto amato, che è morto e si chiamava don Giuseppe Flores.»

Sua Santità riprese:

«Adesso leggi. Ad alta voce.»

Benedetto lesse.


«Monsignore

Affido al mio Vescovo il plico suggellato, chiuso insieme a questo foglietto in una busta recante l’indirizzo a Lei. Lo lasciò a me per essere aperto dopo la sua morte, come sopra vi è scritto, il signor Piero Maironi, ben conosciuto da Lei, prima di scomparire dal mondo. S’egli ancora viva o sia passato di vita nè so nè ho modo di sapere. Il plico deve contenere il racconto di una visione di carattere soprannaturale che il Maironi ebbe