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308 | capitolo settimo |
perchè, anche, le sottraggono elementi di progresso, perchè se i novatori restassero nella soggezione della Chiesa gli errori loro perirebbero e quell’elemento di verità, quell’elemento di bene che quasi sempre è unito, in qualche misura, all’errore, diventerebbe vitale nel corpo della Chiesa.»
L’Albacina osservò che questo era molto bello e che se le cose stavano a questo modo la sinistra profezia della marchesa non si sarebbe avverata.
«La profezia del torcibudella, no!» disse il professore, ridendo. «Queste cose non accadono e io non credo che sieno accadute mai. Sono calunnie. Bisogna essere la marchesa e certa gente come la marchesa che si trova qui a Roma per crederle. Un prete romano, capisce, un prete ha osato avvertire Benedetto che si guardasse! Ma Benedetto gli ha levato il coraggio di parlargliene un’altra volta. Dunque, torcibudella no; ma persecuzione sì. Quei tali due preti di Roma ch’erano a Jenne non hanno mica dormito. Io non volli dirlo prima perchè la marchesa non è persona cui raccontare queste cose, ma ci sono in aria dei guai grossi. Si è spiato ogni passo di Benedetto, si è adoperata anche la nuora di Mayda, a mezzo del confessore, per avere informazioni dei suoi discorsi, si è saputo delle riunioni. La sola presenza di Selva dà loro il carattere che quella gente abborre e siccome contro un laico non può