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nel turbine del mondo 301


«Eh! Sempre nel giardino di mia cognata» diss’ella.

«Sempre nel giardino?» esclamò la marchesa. «È un angelo in piena terra o è un angelo in vaso?»

La Insipidetta rise e le quacchere fulminarono la marchesa con gli occhi furiosi.

Entrò il thè, compreso nell’invito del professore Guarnacci.

«Bella discussione, eh?» disse piano la signora Albacina, moglie dell’onorevole Albacina, sottosegretario di Stato per l’Interno, all’orecchio della signora vestita di nero, che non aveva mai aperto bocca. Colei sorrise tristemente e non rispose.

Il thè, servito dal professore e da una sua sorellina, ammorzò per un momento la conversazione che si riaccese sul discorso di Benedetto e diventò un guazzabuglio tale di ragionamenti senza ragione, di giudizi senza giudizio, di dottrine senza dottrina, che la signora silenziosa vestita di nero propose all’Albacina, con la quale era venuta, di andarsene. Ma in quel momento la marchesa Fermi, scovato un campanellino sopra una caminiera, si mise a scampanellare per ottenere silenzio.

«Vorrei sapere di questo giardino» diss’ella.

Le quacchere e la signorina matura, infervorate a discutere l’ortodossia cattolica di Benedetto, non