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nel turbine del mondo 289

preparati per lui. Pregò che si togliessero le candele. Poi gli dispiacque anche il tavolino. Si disse stanco, chiese di parlare seduto sul canapè, vicino al vecchio signore dal viso acceso e dalla barba bianca. Vestiva di nero, era pallido e magro più ancora che a Jenne. La fronte gli si era scoperta di capelli, aveva preso qualche cosa della fronte solenne di don Giuseppe Flores. E gli occhi avevano un azzurro più lucente. Molte delle facce volte avidamente a lui parevano piuttosto affascinate da quegli occhi e da quella fronte che ansiose di udire la sua parola.

Egli prese a parlare così, senza un gesto, tenendosi le mani sulle ginocchia:

«Io devo dire subito a chi parlo perchè non tutti qui hanno le stesse disposizioni di anima verso Cristo e la Chiesa. Non credo di parlare ai sacerdoti presenti, credo e spero ch’essi non abbiano bisogno della parola mia. Non parlo a questo signore seduto presso a me, perchè egli pure, lo so, non ne ha bisogno. Non parlo ad alcuno che sia fermo nella fede cattolica. Io parlo unicamente a quei giovani che mi hanno scritto così.»

Trasse una lettera e lesse:

«Noi siamo stati educati nella fede cattolica e, fatti uomini, abbiamo accettato con un nuovo atto di libera volontà i suoi più ardui misteri, abbiamo lavorato per essa nel campo amministrativo e so-