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CAPITOLO SETTIMO.


Nel turbine del mondo.


Una carrozza signorile si fermò sull’imbrunire davanti a una casa di via della Vite, in Roma. Due signore ne discesero frettolosamente e sparirono dentro la porta oscura. La carrozza partì. Due minuti dopo ne arrivò un’altra, versò due altre signore nella stessa porta e partì. In un quarto d’ora ne capitarono cinque. La porta oscura non inghiottì meno di dodici signore. La piccola via ritornò silenziosa. Trascorsa una mezz’ora cominciarono a venire dal Corso gruppi di uomini. Si fermavano davanti a quella stessa porta, leggevano il numero al lume del fanale vicino, entravano. E la porta oscura inghiottì a questo modo un’altra quarantina di persone. Gli ultimi furono due preti. Quello che guardò il numero era miope, non riusciva a decifrarlo. L’altro gli disse ridendo:

«Entra, entra, io sento puzzo di Lutero, dev’essere qui.»

E il primo entrò nelle tenebre puzzolente. Sali-