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tanta ressa intorno ch’egli aveva accennato con la mano di uscire della chiesa promettendo ai vicini di parlare fuori. E fuori aveva parlato. Che avesse propriamente detto, la fantesca non l’aveva saputo dire a Maria, nè Maria l’aveva poi potuto cavar bene a Torquato. Un po’ interrogando, un po’ immaginando, ella si ricostituì il suo discorso così:

Potete voi entrare in chiesa? Siete voi riconciliati con i vostri fratelli? Sapete cosa Vi dice il Signore Gesù con questa parola che non si può avvicinarsi all’altare senza essersi riconciliati con i fratelli? Sapete che non potete entrare in chiesa se avete mancato contro la carità e la giustizia e non ne avete fatto ammenda, o non ne siete pentiti quando nessuna ammenda è possibile? Sapete che non Vi è lecito di entrare in chiesa se nutrite qualche rancore verso i fratelli vostri non solo, ma pure se avete fatto torto loro in qualunque modo, negl’interessi o nel’onore, se avete detto loro ingiuria, se portate nel cuore desiderii disonesti contro i loro corpi e le loro anime? Sapete che tutte le messe, le benedizioni, i rosarii, le litanie contano meno che niente se voi prima non vi purificate il cuore secondo la parola di Gesù? Siete voi immondi di odio, d’impurità? Andate, Gesù non vi vuole in chiesa!

Ma che! diceva Torquato. Il discorso era niente,