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«Sai» diss’ella «ti offro subito io un’opera di carità che avrà molto merito. C’è Noemi che ha ricevuto una lettera della sua amica Dessalle e dice di aver bisogno del tuo aiuto.»

«Chiamala» diss’egli.

Noemi venne. Una leggera nube era passata quel giorno fra lei e Giovanni. Caso raro, avevano conversato insieme di religione. Noemi si teneva ciecamente aggrappata alla propria e non amava discuterne. Malgrado la sua tenerezza per Maria, il suo affettuoso rispetto per Giovanni, temeva di piegare, se esaminasse le ragioni e la natura del proprio credere, piuttosto verso lo scetticismo di Jeanne che verso il cattolicismo liberale e progressista dei Selva. Questo cattolicismo le pareva una cosa ibrida e forse aveva appreso da Jeanne a giudicarlo così, perchè Jeanne, in qualche momento di cattiveria nervosa, difendeva con acrimonia il proprio scetticismo da quella fede che per essere luminosa di spirito e verità poteva riuscirgli formidabile. Ell’era poi anche sempre in sospetto, non di sua sorella, ma di Giovanni che meditasse di convertirla; e il sospetto era trapelato, quel giorno, discorrendo i due della confessione, nella vivacità di qualche risposta. Allora Giovanni le aveva dolcemente e gravemente ricordato che l’errore accolto senz’averne coscienza, col desiderio sincero e puro della verità, era in-