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186 | capitolo quinto |
sua famiglia. La sua pia, eccellente madre lo aveva supplicato piangendo, in nome del morto padre suo, di rompere con i pericolosi amici Selva; ed egli credeva che il passo le fosse stato suggerito dal confessore. Aveva resistito ma a prezzo della sua pace domestica. Finalmente, un periodico clericale aveva pubblicato tre articoli sull’opera intera di Giovanni, riassumendo parziali lodi temperate e parziali biasimi aspri in un giudizio severissimo sul carattere, secondo il censore, razionalistico dell’opera stessa e sulla temerità intollerabile dell’autore, che, unicamente armato di sapere laico, aveva osato pubblicare scritture dove il difetto di scienza teologica si rivelava miseramente. In sostanza quegli articoli erano una terribile condanna preventiva proprio del libro che Giovanni stava scrivendo sui fondamenti razionali della morale cristiana, e preannunciavano, a giudizio degli esperti, l’Indice per gli altri suoi lavori.
«Dubiti delle tue idee?» disse Maria.
La domanda non era sincera. Ell’aveva, malgrado il suo grande amore, una conoscenza profonda e chiara dell’animo di suo marito. Pensava che soffrisse nel suo interno per il presentimento di una condanna ecclesiastica. Giovanni poteva parlare con disistima di certe sentenze della Congregazione dell’Indice, ma la sua coscienza, riverente verso l’autorità più ch’egli stesso non pensasse, si tur-