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176 | capitolo quarto |
«Chi?» diss’ella.
Il monaco, che intanto aveva aperto, intese «qui?» e riferì la parola a un discorso di prima.
«No» disse «il ritratto autentico di san Francesco non è qui. Più abbasso c’è un san Francesco dipinto dal cavalier Manente. Lo vedranno dopo. Se vogliono passare...»
Noemi disse piano a Jeanne «cos’hai?» e avendo l’altra risposto con voce più tranquilla «niente» le passò avanti, entrò nella cappella, ascoltando le spiegazioni del monaco. Allora la figura nera si staccò dalla parete. Jeanne la vide salire lenta nell’ombra sotto le arcate ogivali. Toccato il ripiano superiore, la figura sparve a destra e subito ricomparve in un braccio di scala attraversato dall’obliquo sfondo della scena, luminoso nel raggio di una finestra invisibile. La figura saliva lenta, quasi faticosamente. Prima di sparire dietro il fianco enorme di un’arcata, piegò il capo a guardare in basso. Jeanne la riconobbe.
Sull’attimo, quasi obbedendo a una fulminea volontà impostasi a lei, quasi portata dal turbine del suo destino, pallida, risoluta, senza sapere cos’avrebbe detto, cos’avrebbe fatto, ella prese l’ascesa. Attraversato il ripiano superiore, nel metter piede sulla scala chiara, traboccò a terra, vi giacque un momento; sì che Noemi, uscita della cappella, non la vide, la credette discesa in cerca