Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
a fronte | 145 |
«Chi vi ha detto di venire da me?»
«Don Clemente.»
L’Abate tacque, considerò lungamente l’uomo inginocchiato, poi brontolò qualche cosa d’incomprensibile e finalmente gli porse la mano a baciare.
«Alzatevi!» diss’egli ancora brusco. «Entrate! Chiudete l’uscio!»
L’Abate, entrato che fu Benedetto, parve dimenticarlo. Inforcò gli occhiali, si pose a sfogliare libri e a leggere carte, voltandogli le spalle. Benedetto aspettava diritto in piedi, con ossequio militare, ch’egli parlasse.
«Maironi di Brescia?» disse l’Abate, con la voce ostile di prima e senza voltarsi.
Avuta la risposta, continuò a sfogliare e a leggere. Finalmente si levò gli occhiali e si voltò.
«Cosa siete venuto a fare» diss’egli «qui a Santa Scolastica?»
«Sono stato un gran peccatore» rispose Benedetto. «Iddio mi ha chiamato fuori del mondo e fuori ne son venuto.»
L’Abate tacque un momento, guardò fisso il giovine, disse con dolcezza ironica:
«No, caro.»
Trasse la tabacchiera, la scosse ripetendo dei piccoli «no – no – no» quasi sotto voce, guardò nel tabacco, vi piantò le dita e levati gli occhi
FOGAZZARO. Il Santo. | 10 |