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prevede un rifiuto e lo riconosce ragionevole, di salire ai Conventi sola, colla guida di un monello corso da Subiaco dietro la carrozza. Il rifiuto venne infatti e vivacissimo. Non era possibile! Che mai le veniva in mente? Allora Jeanne supplicò di essere almeno lasciata sola con lui, se lo avesse trovato. Noemi non seppe che rispondere.

«E se ti precedessi?» diss’ella. «Se domandassi del padre Clemente? Se cercassi di capire cos’è, cosa fa e cosa pensa il tuo…»

Jeanne la interruppe, esterrefatta.

«Il padre? Parlare al padre?» esclamò squadernandole ambedue le mani sul viso come per turarle la bocca. «Guai a te se parli al padre!»

S’incamminarono lentamente per la sassosa mulattiera. Jeanne si fermava spesso, presa da tremiti, vibrando come un filo teso al vento. Porgeva allora in silenzio a Noemi le mani gelate perchè sentisse e le sorrideva. Nel mare delle nebbie correnti a monte comparve, curioso anche lui, l’occhio smorto del sole.


II.


Don Clemente celebrò messa verso le sette, parlò coll’Abate e poi si recò all’Ospizio dei pellegrini. Trovò Benedetto addormentato con le braccia in croce sul petto, le labbra socchiuse, il viso com-