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124 | capitolo terzo |
caso insolito, portava a quell’ora il latte al Sacro Speco. Benedetto lo salutò. Colui all’udir questa voce, tramortì e fu per lasciar cadere il vaso del latte.
«Oh, Benedè!» esclamò riconoscendo Benedetto. «Qui, siete?»
Benedetto gli chiese un sorso di latte per amor di Dio.
«Lo racconterete ai padri» diss’egli. «Direte ch’ero sfinito e che vi ho chiesto un po’ di latte per amor di Dio.»
«Eh sì! eh sta bene! eh pigliate! eh bevete!» fece colui, rispettoso, avendo Benedetto per un Santo. «Che ci avete passato la notte qui? Che ci avete preso tutta quella pioggia? Dio come siete molle! Siete inzuppato come una spugna, siete!»
Benedetto bevve.
«Benedico Iddio» diss’egli «per la bontà vostra e per la bontà del latte.»
Lo abbracciò e, anni dopo, il vaccaro, Nazzareno Mercuri, soleva raccontare che mentre Benedetto lo stringeva fra le sue braccia non gli pareva esser lui; che il sangue gli era diventato prima tutto un gelo poi tutto un foco; che il core gli batteva forte forte come la prima volta che aveva ricevuto Cristo in Sacramento; che un gran dolor di capo statogli addosso due giorni gli era sfumato