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38 | IL ROCCOLO |
Che scuopre arcani
Alla vil plebe ignoti, ed ai profani.
E tali effetti, oibò,
La fredd’acqua nell’Uom produr non può.
Un poter così divino
(Dican pure i Ranaioli
Acquaioli)
Forza in noi di creare ha solo il vino.
Se le Muse non van gionte
A Dionisio, il lor mestiero
Senza pregio languirà:
Il gentile Anacreonte,
Orfeo, Archiloco, ed Omero,
Il buon Flacco (e chi nol sa?)
Perchè a Bacco furo amici,
Perciò tanto la bell’arte
In quegli Uomini fiorì.
E gl’ingegni più felici
Noverando a parte, a parte
Tutti fino ad oggidì:
Ben vedrai, che lor quel nume
Col divino suo liquore
E maestro, e guida fu;
Perchè ispira un certo lume,
Un prorito, ed un furore,
Che poggiar fa l’Uom in sù.
Perciò tant’oltre in questo ameno suolo
Alzaro il volo Poeti celebri;