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ma la colpa era stata tutta sua, secondo i sacerdoti. Egli aveva avuto il torto di guardarsi indietro, cosa che è severamente vietata per chi ha ricevuto la mana, una scusa evidentemente trovata dai sacerdoti per salvare la dignità del rito.

Come il colonnello potè reggere alla prova e attraversare quelle pietre, che ancora un’ora dopo compiuta la cerimonia erano così ardenti che gettatevi delle radici di ti, presero subito fuoco? L’inglese non lo seppe mai dire.

Raccontò d’aver provato solamente un gran calore per tutto il corpo e qualche cosa ai piedi, come delle leggere scosse elettriche e nulla più: scosse però che gli durarono per sette od otto ore di seguito. La pelle dei piedi invece non riportò alcuna scottatura.

Nella Nuova Zelanda le prove del fuoco sono invece più terribili e si dice che il dono di poter resistere è privilegio di solo pochi membri di talune famiglie e di talune caste.

Colà non si tratta di attraversare un semplice strato di pietre, bensì di passeggiare entro una specie di forno circolare, del diametro di una diecina di metri e di rimanervi venti o trenta secondi.

La temperatura che regna in quei forni è così elevata che una volta, un viaggiatore volendo misurarla, vide fondersi la cornice metallica del termometro ed il mercurio salire tutto. E notate che la graduazione era di 200 gradi!

Come possono resistere quegli uomini-salamandra? Anche questo è un mistero; eppure resistono ed escono da quella terribile prova perfettamente incolumi.

Non era quindi da meravigliarsi se anche il misterioso «Pellegrino della Mecca», che doveva essere nondimeno un uomo assolutamente straordinario, aveva potuto dare quella prova per fanatizzare vieppiù i suoi guerrieri, piuttosto che impressionare Yanez ed i difensori del kampong, troppo furbi per cadere stupidamente nell’agguato e di offrire le loro teste ai kampilang di quei sanguinari selvaggi.

Lo sprezzo fatto dal portoghese, di pagare cioè il «pellegrino» come se si fosse trattato d’un istrione o d’un clown, doveva scatenare la collera, appena repressa, dei tagliatori di teste e rendere doppiamente furioso il «pellegrino» stesso.

Ed infatti il parlamentario era appena tornato all’accampamento che un clamore spaventevole echeggiò intorno al kampong, clamore che pareva prodotto più da centinaia di belve feroci, che da esseri umani.

— Eccoli diventati feroci come le scimmie rosse quando man-