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86 | emilio salgari |
tociò si domano anche gli antropofaghi della Malesia. E non sapere per quali cause quell’uomo se la prende con noi!
— Con me e con mia figlia — corresse Tremal-Naik.
— Per ora: e poi?... E poi non mi fiderei delle promesse di quell’impostore. To’! Ecco il parlamentario che ritorna. Comincia a diventare noioso anche lui e anche il suo tamburone. Se si mostra ancora gli farò tirare nelle gambe una scarica di pallottole o di chiodi.
— Uomo bianco — disse il parlamentario, quando giunse sotto il terrazzo, — il «pellegrino» mi manda a dire che egli compirà dinanzi a te un miracolo stupefacente che nessun altro uomo potrebbe fare, per dimostrare a te ed ai tuoi uomini la sua invulnerabilità.
— Vuole che io provi sul suo corpo la penetrazione delle palle della mia carabina? — chiese Yanez beffardamente.
— Egli si propone di eseguire dinanzi ai tuoi occhi la prova del fuoco e vuol mostrarti come ne uscirà incolume per la protezione celeste che gode. Chiede solo che tu gli conceda una zona di terreno in prossimità del kampong, in modo che tu possa ben osservarlo.
— E poi?
— Non ti basta?
— Domando che cosa farà dopo.
— Aspetterà la tua decisione.
— Che sarebbe?
— Di consegnargli nelle sue mani l’indiano e sua figlia, perchè dopo una simile prova non ti rimarrà più alcun dubbio che egli non sia un semidio, contro cui nessuno potrebbe lottare: nè tu, nè i tuoi uomini e nemmeno la Tigre della Malesia, quantunque la si dica invincibile.
— Giacchè il «pellegrino» è così gentile da offrirci uno spettacolo, digli che noi non ci opponiamo. Ci servirà almeno di svago.
— Tu non credi, uomo bianco, che il «pellegrino» possa subire una simile prova?
— Te lo saprò dire quando avrò veduto quel miracolo.
— E ti arrenderai allora?
— Questo poi non te lo posso dire per ora.
— I tuoi uomini disarmeranno subito e ti abbandoneranno.
— Va bene: aspetterò che gettino a voi i loro fucili — rispose Yanez col suo sorrisetto ironico.