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il re del mare | 71 |
— Gettalo fuori.
— Che potesse essere qualche thug.
Yanez, invece di accogliere quelle parole con un sorriso, come l’indiano s’aspettava, era diventato lievemente pallido.
— Sei ben certo, Tremal-Naik — disse poi con voce grave, — che tutti i luogotenenti di Suyodhana, il capo degli Strangolatori, siano stati uccisi da noi nelle caverne di Rajmangal o dagli Inglesi, nelle stragi di Delhi? Chi ce lo assicura?
— E tu vorresti che quel qualcuno avesse pensato a vendicare Suyodhana dopo trascorsi undici anni?
— Tu hai provata la tenacia ed hai pure provato l’odio implacabile di quegli assassini. Tu sei stato la causa della loro fine.
Tremal-Naik era tornato a diventare pensieroso ed il suo viso tradiva una profonda angoscia. Ad un tratto, fece un gesto come per scacciare via qualche visione, poi disse:
— No, è impossibile, è assurdo. I Thug, ammesso che ve ne siano ancora nell’India, non avrebbero atteso tanto. Quel «pellegrino» deve essere qualche furfante che cerca d’imporsi ai dayachi per fondarsi qualche sultania, e che finge di odiarmi. Avrà fatto spargere la voce che io non sono un mussulmano, che io sono forse un nemico dei dayachi, una creatura inglese incaricata di soggiogarli o qualche cosa d’altro per mandarmi via di qui. Sarà tutto quello che vorrai, anche un vero fanatico, ma non un thug.
— Sia come vuoi tu, ma mi pare che tu ti trovi in una non bella condizione. Hai perdute tutte le fattorie?
— Le hanno saccheggiate e poi arse.
— Sarebbe stato meglio che tu fossi rimasto con noi a Mompracem.
— Volevo tentare di colonizzare queste coste ed incivilire questi barbari.
— Ed hai fatto un buco nell’acqua — disse Yanez, ridendo.
— Purtroppo.
— E ci rimetterai qualche centinaio di migliaia di rupie. Meno male che le tue fattorie del Bengala possono pagare le spese. Quando sgombreremo?
— Ti chiedo solo ventiquattr’ore — rispose Tremal-Naik — per poter raccogliere il meglio che posseggo, poi daremo fuoco a tutto e raggiungeremo la tua nave.
— E correremo al più presto verso Mompracem — disse Yanez. — La nostra presenza è necessaria laggiù.