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64 emilio salgari

che agguato. In lontananza il fragore prodotto dagli elefanti lanciati in piena corsa si udiva ancora: ora intenso ed ora più debole.

I poveri animali, ora cacciati da una parte, ora respinti verso l’altra, facevano il giuoco dei dayachi, i quali sapevano abilmente guidarli dove desideravano, con la speranza che sorprendessero il drappello in qualche luogo dell’immensa foresta.

Padada ed il meticcio, sapendo ormai di che si trattava, si regolavano a tempo per tenersi sempre lontani da quel pericolo, conducendo il drappello in direzione opposta a quella seguìta dai pachidermi.

Dopo una buona mezz’ora parve finalmente che i dayachi, convinti che le Tigri di Mompracem non si trovassero in quella parte della selva, spingessero gli elefanti verso il fiume, poichè il fragore prodotto da quella carica furibonda si allontanò verso il sud, finchè cessò completamente.

— Ci credono ancora lontani dal kampong — disse il pilota, dopo d’aver ascoltato per qualche po’. — Vanno a cercarci verso il Kabatuan.

— Quanta ostinazione in quei furfanti! — disse Yanez. — È proprio una guerra a morte che ci hanno dichiarata.

— Eh, signor mio! — rispose Padada. — Sanno bene che se noi riusciamo ad unirci a Tremal-Naik, l’espugnazione del kampong diverrà estremamente difficile.

— Io glielo lascio il kampong; non ho alcuna intenzione di stabilirmi qui. Ho l’ordine di condurre a Mompracem, Tremal-Naik e sua figlia; e non già di fare la guerra al «pellegrino», almeno per ora; più tardi vedremo.

— Rinunziate a sapere chi è quell’uomo misterioso che ha giurato un odio implacabile contro tutti voi? — domandò Parada.

— Non ho ancora pronunziato l’ultima parola — rispose Yanez, con un sorriso. — Un giorno faremo i conti con quel messere. Per ora mettiamo in salvo l’indiano e la sua graziosa fanciulla. Dove siamo ora? Mi pare che la foresta cominci a diradarsi.

— Buon segno, signore. Il kampong di Pangutaran non deve essere molto lontano.

— Fra poco troveremo le prime piantagioni — disse il meticcio, che da qualche minuto osservava attentamente la foresta. — Se non m’inganno siamo presso il Marapohe.

— Che cos’è? — chiese Yanez.