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58 | emilio salgari |
la vostra perdita, ritengo che farà il possibile per avere le vostre teste.
— Mettici anche la tua nel numero — disse il portoghese. — Torniamo a bordo ed aspettiamo la notte.
Il ritorno lo compirono senza essere stati molestati, confermandosi vieppiù nella supposizione che i dayachi non fossero ancora giunti in quei dintorni.
Appena calato il sole, Yanez ordinò i preparativi della partenza. Vi erano ancora a bordo trentasei uomini, compresi i feriti.
Ne scelse quindici, non volendo indebolire troppo l’equipaggio il quale poteva, durante la sua assenza, venire assalito, e verso le nove, dopo aver raccomandato a Sambigliong la più attiva sorveglianza onde non si facesse sorprendere, ridiscendeva a terra con Tangusa, il pilota e la scorta.
Erano tutti formidabilmente armati, con carabine indiane di lungo tiro e di parang, quelle terribili sciabole che con un solo colpo decapitano un uomo, e ampiamente provvisti di munizioni, ignorando se Tremal-Naik ne avesse tante da poter reggere anche ad un assedio.
— Avanti e soprattutto fate meno rumore che sia possibile — disse Yanez, nel momento in cui si cacciavano sotto i boschi. — Noi non siamo ancora sicuri di trovare la via sgombra.
Si volse indietro per dare un ultimo sguardo al veliero, la cui massa spiccava vivamente sulle acque del fiume, semiconfusa fra i vegetali che crescevano sulla riva e senza sapere il perchè provò una stretta al cuore.
— Si direbbe che ho un brutto presentimento — mormorò con inquietudine. — Che lo perda?
Scacciò l’importuno pensiero e si mise alla testa della scorta, preceduto di pochi passi dal meticcio e dal pilota, i soli che potessero orientarsi in mezzo a quel caos di enormi vegetali e fra le reti immense formate dai nepentes, dai gomuti e dai rotang.
Come al mattino un silenzio profondo regnava sotto quella infinita vôlta di verzura, come se quella foresta fosse assolutamente priva di animali feroci e di selvaggina. Persino gli uccelli notturni, quei grossi pipistrelli pelosi, che sono così comuni nelle isole malesi, mancavano. Solo le lucertole cantanti, che sono per lo più notturne, facevano udire di tratto in tratto il loro lieve grido stridente.
Essendo il cielo coperto, un’afa pesante regnava sotto le im-