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il re del mare 35

— Saliamo dunque, signore? Il vento è favorevole e la marea ci spingerà per qualche ora ancora.

— Avanti e bada di non mandare la Marianna in secco.

— Conosco troppo bene il fiume.

Il veliero superò una lingua di terra che formava la barra del fiume e rimontò la corrente, spinto dalla brezza notturna che gonfiava le sue enormi vele.

Quel corso d’acqua, che è ancora oggidì poco noto, in causa della continua ostilità dei dayachi che non risparmiano nemmeno le teste degli esploratori europei, era largo un centinaio di metri, e scorreva fra due rive piuttosto alte: coperte da manghi, da durion e da alberi gommiferi. Nessun fuoco si vedeva brillare sotto gli alberi, nè si udiva alcun rumore che indicasse la presenza di quei formidabili cacciatori di teste.

Solo di quando in quando nelle acque, che dovevano essere profonde, echeggiava un tonfo prodotto dall’improvvisa immersione di qualche gaviale addormentato a fior d’acqua, che la massa del veliero aveva spaventato. Quel silenzio tuttavia non rassicurava affatto Yanez, il quale anzi raddoppiava la vigilanza, cercando di scoprire qualche cosa sotto la fosca ombra degli alberi.

— No — mormorava, — è impossibile che noi abbiamo potuto passare inosservati. Deve succedere qualche cosa; fortunatamente conosciamo il nemico e non ci coglierà di sorpresa.

Era trascorsa una mezz’ora, senza che nulla fosse accaduto di straordinario, ed il portoghese cominciava a rassicurarsi, quando, verso il basso corso del fiume, si vide una linea di fuoco alzarsi al di sopra dei grandi alberi.

— To’, un razzo! — esclamò Sambigliong.

La fronte di Yanez si rabbuiò.

— Come mai questi selvaggi posseggono dei razzi di segnalazione? — si chiese.

— Capitano — disse Sambigliong, — ciò è una prova che in tutta questa faccenda vi è lo zampino degli Inglesi. Questi indigeni non li hanno mai conosciuti prima d’ora.

— O che li abbia portati quel «pellegrino» misterioso...

— Là, guardate, comandante: si risponde.

Yanez si era vivamente voltato verso la prua e ad una notevole distanza, verso l’alto corso del fiume, invece, aveva veduto spegnersi in cielo un’altra linea di fuoco.

— Tangusa — disse, volgendosi verso il meticcio, che non