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il re del mare 311

Con la destra lorda di sangue strinse quella di Yanez, poi si raggomitolò su sè stesso e ricadde.

— Morto — disse Yanez, con voce triste.

— Ecco la prima vittima — rispose Sandokan.

Yanez depose sulla tolda il disgraziato inventore, gli chiuse gli occhi, lo coprì con una tenda strappata lì presso, poi levandosi in tutta la sua altezza, disse:

— Tutto è finito: qui morranno le ultime Tigri di Mompracem. Tremal-Naik, Darma, Surama, nella mia torretta e voi, ai vostri pezzi! Le nostre vite sono nelle mani di Dio!...

— Ai vostri posti di combattimento! — gridò Sandokan. — Mostriamo a costoro come sanno morire i pirati della Malesia.

L’alba, un’alba rosea, che annunciava una superba giornata, fugava rapidamente le tenebre, tingendo le acque di miriadi di pagliuzze d’oro.

Un colpo di cannone in bianco partì dall’incrociatore più prossimo, il più grosso dei quattro: intimava la resa.

Sandokan fece alzare subito la bandiera rossa, segnale di combattimento.

L’incrociatore nemico, invece di aprire il fuoco, fece dei segnali con le bandiere che significavano:

«Prima di cominciare il fuoco, mandate al mio bordo le due fanciulle. Sir Moreland risponde delle loro vite.»

— Ah! — esclamò Yanez. — Abbiamo l’anglo-indiano dinanzi. Cercheremo di affondargli una seconda volta la nave. Darma, Surama!

Le due fanciulle erano uscite dalla torretta.

— Si propone a voi di salvarvi su quelle navi — disse Sandokan. — Accettate? Una scialuppa è pronta.

— Mai! — risposero energicamente le due fanciulle.

— Pensateci.

— No — disse Darma. — Non lascerò nè voi nè mio padre.

— Comunicate la loro risposta — comandò Yanez.

Un quartiermastro americano segnalò subito.

Allora si videro salire lentamente, sugli alberetti di maestra dei quattro incrociatori, quattro bandiere nere. Un colpo di vento le allargò, mostrando nel mezzo, in giallo, una mostruosa figura con quattro braccia che tenevano nelle mani degli strani emblemi.

Un grido di stupore ed insieme di furore era sfuggito dalle labbra di Yanez, di Sandokan e di Tremal-Naik. Avevano riconosciuto l’emblema dei Thug, degli strangolatori indiani.