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294 emilio salgari

dia, doveva aver ricevuto avviso della presenza d’un corsaro malese nelle acque dei mari malesi e si era subito dato alla fuga, non potendo impegnare la lotta.

Il Re del Mare però, quantunque lo steamer corresse velocissimo e vomitasse torrenti di fumo dalle sue due ciminiere, segno certo che forzava le sue macchine, con un’abilissima manovra lo raggiunse, sparando dapprima una cannonata a polvere, poi a palla, per fargli meglio comprendere che era risoluto ad affrontarlo.

Vedendo che non obbediva, e che anzi aumentava la velocità, con una seconda cannonata tirata da uno dei suoi pezzi da caccia gli sconquassò il cassero.

Un momento dopo la bandiera bianca s’alzava sulle cime del trinchetto, mentre la velocità scemava.

— Ha del fegato quel comandante — disse Yanez, mentre si mettevano in acqua le scialuppe. — Disgraziatamente non possiamo essere generosi e quel superbo piroscafo andrà a raggiungere gli altri in fondo al mare.

Discese nella lancia a vapore e si diresse verso lo steamer seguìto da cinque scialuppe montate da settanta uomini, fra malesi e dayachi.

Il piroscafo si era arrestato a dieci gomene dal Re del Mare. Era una magnifica nave, montata da numerosi passeggeri, i quali, muti, atterriti, aspettavano ansiosamente l’abbordaggio dei corsari. Il comandante, attorniato dai suoi ufficiali, non aveva abbandonato il ponte.

Yanez fu il primo a salire a bordo. Attraversò la folla e si fece sotto il ponte di comando, dicendo al capitano dello steamer, che non si era mosso per incontrarlo:

— Non siete troppo cortese, signore, verso un uomo che avrebbe potuto cannoneggiarvi.

— Fatelo, se così vi piace — rispose freddamente il comandante. — Io non mi oppongo. Pensate però che a bordo della mia nave vi sono cinquecento e più donne, molti fanciulli e molti uomini che non sono inglesi.

— Avete scialuppe sufficienti per contenerli tutti, compreso l’equipaggio?

— Sì.

— La costa bornese non è lontana e il mare per ora non ha alcuna intenzione di guastarsi. Fate imbarcare tutti e andatevene, perchè il piroscafo non appartiene ora che a me.