Pagina:Il Re del Mare.djvu/297


il re del mare 293

lontanarsi troppo dalle coste del Borneo. Forse anche la flotta inglese dell’Estremo Oriente doveva già essersi messa in moto per catturarli e non desideravano affrontarla con una così scarsa dotazione di carbone.

— Aspettiamo — aveva detto Sandokan a Tremal-Naik che lo interrogava sui suoi progetti. — Non ci conviene pel momento lasciare questi paraggi ed oltrepassare le isole Natuna e Banguram. So bene che lassù le navi da predare non mi mancherebbero, se lo volessi; però anche qui il lavoro non ci mancherà.

— Che cosa aspetti qui? Si direbbe che tu attenda qualche cosa!

— Infatti, aspetto — rispose Sandokan con un sorriso misterioso. — Desidero raccogliere, ad un tempo, i due piccioni ed anche la fava.

— Sono già quattro giorni che abbiamo lasciato le acque di Sarawack.

— Il tempo per noi non ha valore. Aspettiamo dunque.

— E gl’incrociatori che continuino l’inseguimento?

— Certo — rispose Sandokan, — ma dietro a chi? Io sono ormai convinto di averli ingannati e dubito molto di ritrovarli per ora sulla mia via.

Per quarantotto ore il Re del Mare continuò a navigare verso il nord-ovest, spingendosi assai lontano dalle coste bornesi, poi, avendo nuovamente avvistate le isole Natuna e Banguram, ripiegò verso levante, desiderando i due comandanti fare una punta a Bruni, la capitale del Sultanato del Borneo, sapendo che era di quando in quando frequentato da piroscafi inglesi.

Non dovevano ingannarsi. Avevano lasciate le isole da una quindicina di ore, quando una grossa nave si profilò sull’orizzonte limpidissimo. Era uno steamer a due ciminiere e tambure, che filava in direzione di Bruni, forse per far scalo colà prima di risalire verso i mari della Cina.

La bandiera rossa che si vedeva ondeggiare a poppa, aveva confermato le speranze di Yanez e di Sandokan, i quali pareva che fiutassero da lontano le navi avversarie.

Lo steamer, accortosi della presenza dell’incrociatore e anche dei suoi colori, dapprima aveva continuata la sua corsa verso il nordest, poi aveva bruscamente virato di bordo lanciandosi verso levante, onde cercare un rifugio in qualche baia del Borneo.

Il suo comandante, prima della sua partenza dai porti dell’In-