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272 | emilio salgari |
luminosa, ma appena rientrato nella nebbia oscura, altri fasci di luce lo raggiunsero, diventando rapidamente più luminosi.
Le navi nemiche si erano messe in caccia e cercavano di rinchiuderlo in un cerchio di ferro e di fuoco.
Sandokan non si sgomentava e lasciava che la sua nave corresse sempre verso l’est.
Alcune cannonate rimbombarono al largo e si udì in aria il rauco sibilo dei proiettili.
— Pronti pel fuoco di bordata!... — gridò Yanez. — Per Giove!... E le donne?
— Sono al sicuro nel quadro — rispose Tremal-Naik.
— Manda qualcuno ad avvertirle che non si spaventino se succede un urto — disse Sandokan.
Delle ombre gigantesche si muovevano fra la nebbia che i riflettori elettrici rendevano sempre più luminosa.
La squadra nemica stava per piombare sull’incrociatore delle Tigri di Mompracem per tentare di sbarrargli il passo.
Ad un certo momento una massa nera comparve bruscamente dinanzi la prua, sulla dritta del Re del Mare, a meno di quattro gomene di distanza. Era impossibile arrestare lo slancio dell’incrociatore.
— Speronate! — gridò Sandokan con voce tuonante.
Il Re del Mare si precipitava sul legno nemico come un’ariete.
Un rombo assordante, spaventevole, seguìto da urla d’angoscia echeggiò fra la nebbia perdendosi lontan lontano sul mare.
Lo sperone dell’incrociatore era entrato tutto dentro la nave avversaria, producendole uno squarcio immenso...
Il Re del Mare s’arrestò un momento inclinandosi a prua, mentre degli scoppi accadevano sulla nave investita e colpita a morte da quella terribile speronata. Le caldaie scoppiavano.
— Macchina indietro! — gridò l’ingegnere americano.
Si udirono a prua dei sordi scricchiolii, poi il Re del Mare con una brusca scossa liberò il suo sperone indietreggiando e virando a babordo.
La nave sventrata calava a fondo a vista d’occhio, fra i clamori assordanti del suo equipaggio.
Il Re del Mare aveva ripresa la corsa, passando a poppa della nave sommergentesi, gettandosi nuovamente frammezzo alla nebbia.
Altre ombre però apparivano a babordo ed a tribordo. Le navi della squadra, approfittando di quel momento di sosta, avevano raggiunto il Re del Mare e gli proiettavano sul ponte fasci di luce.
— Fuoco accelerato! — comandò Yanez.