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il re del mare | 267 |
sua piccola nave era riuscito nella missione affidatagli, ossia di armare e di sollevare i suoi vecchi alleati, i dayachi dell’interno, che lo avevano così vigorosamente aiutato contro James Brooke, il famoso Sterminatore dei pirati.
Quarantotto ore dopo, il Re del Mare, che non aveva rallentata la sua velocità, avvistava il monte Matang, picco che si erge presso la costa di ponente dell’ampia baia di Sarawack lanciando la sua vetta verdeggiante a 2970 piedi, e l’indomani navigava dinanzi alla foce del fiume che bagna la capitale del rajah.
Era il momento di aprire per bene gli occhi, poichè da un istante all’altro delle navi inglesi o del rajah di Sarawack potevano mostrarsi.
Certo la comparsa del corsaro doveva essere stata segnalata alle autorità di Sarawack ed i migliori incrociatori dovevano aver preso il largo, onde proteggere da un improvviso assalto le navi che lasciavano il fiume, dirette a Labuan od a Singapore, che potevano venire facilmente catturate o affondate dagli audaci pirati di Mompracem.
Perciò una rigorosa sorveglianza era stata ordinata a bordo dell’incrociatore. Giorno e notte dei gabbieri si tenevano costantemente sulle piattaforme superiori, muniti di cannocchiali di lunga portata, pronti a dare l’allarme nel caso che qualche colonna di fumo apparisse all’orizzonte.
Sandokan e Yanez, per maggiore precauzione, avevano anche comandato che dopo il calar del sole più nessun lume si accendesse a bordo, nemmeno nelle cabine che avevano le finestre sui bordi esterni, e nemmeno i fanali regolamentari. Volevano passare dinanzi alla foce del Sarawack inosservati, per non farsi inseguire sulle coste orientali, e compiere le loro operazioni senza venire disturbati.
Sentivano per istinto che li cercavano e che navi inglesi o del rajah dovevano scorazzare quei paraggi. Chissà, forse avevano indovinato le loro intenzioni o, peggio ancora, qualcuno poteva averli informati dei loro progetti.
Ed infatti, contrariamente alle loro abitudini, i due ex-pirati apparivano assai preoccupati. Si vedevano passeggiare per delle ore intere sul ponte, con la fronte increspata, poi arrestarsi per interrogare, con una certa ansietà, l’orizzonte.
Specialmente di notte abbandonavano di rado la coperta, accontentandosi di riposare solo poche ore dopo il levar del sole.
— Sandokan — disse Tremal-Naik, quando già il Re del Mare