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266 emilio salgari

dei pirati, stupiti di non vederli prendere a rimorchio i due legni, come avevano dapprima sospettato.

Tutto il giorno gli uomini di Sandokan lavorarono febbrilmente vuotando i pozzi ben forniti di combustibile.

Verso sera novecento tonnellate di carbone giacevano nei depositi del Re del Mare.

I malesi ed i dayachi cadevano pel sonno e per la fatica eccessiva, ma ormai i pozzi dei due trasporti erano quasi vuoti.

— Ed ora — disse Sandokan — prendi, mare, le prede che ti offro. Quando anche noi coleremo a fondo, sii clemente.

Prima di abbandonare le due navi, i malesi avevano accese delle micce presso i barili di polvere lasciati nelle santabarbare.

Sandokan, Yanez e Tremal-Naik si erano appoggiati alla murata poppiera, guardando tranquillamente i due trasporti. Dinanzi, sul bastingaggio, avevano collocato un cronometro.

— Tre minuti — disse ad un tratto Sandokan volgendosi verso i suoi compagni. — Ecco la fine!

Un momento dopo una formidabile esplosione rimbombava sul mare, seguìta a breve distanza da un’altra non meno assordante.

Le due navi, squarciate dallo scoppio, affondavano rapidamente fra le urla furiose dei soldati e degli equipaggi, che si trovavano sulle coste dell’isola.

— Ecco la guerra — disse Sandokan, con un sorriso sarcastico. — L’hanno voluta? Paghino!... E questo non è che un principio del dramma!

Quindi, volgendosi verso Yanez, aggiunse:

— Andiamo a Sarawack ora: quel golfo sarà il campo delle nostre future imprese e le prede laggiù saranno più abbondanti che qui. Lo vedrai.

Il Re del Mare abbandonava rapidamente i paraggi delle Romades, prendendo la corsa verso il sud.

Con le carboniere piene, ed un sopraccarico di combustibile nella stiva, poteva sfidare alla corsa tutte le navi che gli alleati dovevano aver radunate nelle acque di Sarawack.

Il poderoso incrociatore, che divorava miglia su miglia, due giorni dopo avvistava già il capo Taniong-Datu, passando dinanzi alla medesima rada dove si era rifugiata la Marianna. Nulla avendo incontrato in quei paraggi, riprese senza indugio la corsa verso il sud-est, per raggiungere la foce del Sedang.

Sandokan voleva innanzi a tutto accertarsi se l’equipaggio della