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— Cediamo alla forza, per risparmiare un inutile massacro.

Subito tutte le scialuppe disponibili erano state messe in acqua, cariche di soldati fino quasi al punto di affondare, perchè tutti vi si affollavano, per tema che il corsaro aprisse il fuoco.

Vedendo che alcuni portavano dei fucili, Sandokan, sempre inesorabile, aveva segnalato di gettarli in acqua, minacciando, in caso contrario, di spazzar via le imbarcazioni.

Mentre si effettuava lo sbarco, fra grida, imprecazioni, minacce e dispute, il Re del Mare girava lentamente intorno alle due navi, con le artiglierie sempre puntate.

— Che cosa ne farai, dopo, di quei trasporti? — aveva chiesto Yanez.

— Li affonderemo — aveva risposto freddamente Sandokan. — Il mare è pronto a ricevere anche questi.

— Che peccato non poterli rimorchiare in qualche porto!

— E dove? Non vi è alcun rifugio amico per le ultime Tigri di Mompracem. Si direbbe che tutti gli Stati del Borneo, dopo di averci ammirati, abbiano paura del Leopardo inglese — disse Sandokan con profonda amarezza. — Non importa, ne faremo a meno e affideremo le prede al mare. Questo almeno non le rende più.

— Quanti tesori perduti inutilmente! — disse Darma.

— Così è la guerra — rispose Sandokan, asciuttamente. — Yanez, ordina di mettere in acqua le scialuppe e di aprire i depositi del carbone. Il Re del Mare avrà una buona provvista di combustibile.

I soldati, le cui imbarcazioni avevano fatti già parecchi viaggi, si erano quasi tutti accampati sulla spiaggia più prossima, pronti a rifugiarsi nei boschi in caso di pericolo.

Yanez fece imbarcare cinquanta uomini, bene armati e comandati da due quartiermastri, li mandò a occupare i due trasporti, prima che anche gli equipaggi li abbandonassero, onde evitare un tradimento.

Polvere a bordo ve ne doveva essere ed i comandanti inglesi potevano, prima di andarsene, collocare delle micce accese nella santabarbara e mandare all’aria i due trasporti ed insieme a loro i depositi di carbone che tanto premevano alle Tigri di Mompracem.

Partito l’ultimo inglese, un altro drappello di malesi al comando di Kammamuri si recò a bordo delle due navi, per procedere allo scarico del combustibile e delle munizioni da guerra.

I soldati, dalla spiaggia, guardavano con ansietà le manovre