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264 emilio salgari

in quando a guardare le navi che continuavano la loro rotta, passando al largo delle Romades.

Il Re del Mare le seguiva sempre, mantenendo la distanza.

La notte trascorse senza che Sandokan avesse preso un momento di riposo. Aveva continuato a passeggiare in coperta, fra le torri, senza mai aprire bocca.

Quando però i primi albori cominciarono a diffondersi pel cielo, fece accelerare la marcia dell’incrociatore, comandando agli artiglieri di prendere i loro posti di combattimento.

Con una rapida manovra si portò a poche gomene dalle due navi e fece issare la sua bandiera, appoggiandola con un colpo in bianco.

Urla acutissime si erano alzate dai due trasporti, i cui ponti si erano gremiti di soldati, pallidi di terrore.

— Mettetevi in panna e arrendetevi a discrezione o vi affondo — aveva fatto segnalare Sandokan.

Nel medesimo tempo aveva fatto puntare le artiglierie sulle due navi, pronto a far eseguire alla lettera la minaccia.



XII.


Nelle acque di Sarawack.


I due trasporti, che si vedevano nell’impossibilità di opporre qualsiasi resistenza, non possedendo che delle artiglierie leggere, affatto innocue pei poderosi fianchi del corsaro, avevano subito obbedito, abbassando le bandiere.

Sulle loro coperte regnava una confusione indescrivibile. I soldati, tre o quattrocento, credendo che l’incrociatore si preparasse ad affondarli, correvano all’impazzata pei ponti, affollandosi intorno alle scialuppe.

— Vi accordo due ore per sgombrare le navi — aveva segnalato ancora il Re del Mare. — Dopo questo tempo aprirò il fuoco. Obbedite!...

Le isole Romades non erano lontane che due chilometri, mostrando le loro coste assolutamente deserte, con pochi alberi e fiancheggiate da numerosi banchi di sabbia e da scogliere.

I comandanti delle due navi, dopo un breve consiglio, avevano risposto: