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20 | emilio salgari |
— Giungi in buon punto, malese mio — rispose Yanez. — Ho appena terminato ora il mio colloquio con Tangusa. Che cosa c’è di nuovo?
— S’avanzano.
— I dayachi?
— Sì, capitano.
— Va bene.
Il portoghese uscì dal quadro, salì la scala e giunse in coperta. Il sole stava allora per tramontare in mezzo ad una nuvola d’oro, tingendo di rosso il mare, che la brezza lievemente increspava.
La Marianna era sempre immobile, anzi, essendo quello il momento della massima marea bassa, si era un po’ coricata sul fianco di babordo, in maniera che la coperta rimaneva sbandata.
Verso le isolette che facevano argine all’irrompere del fiume, una dozzina di grossi canotti, fra cui quattro doppi, s’avanzava lentamente verso il mezzo della baia, preceduta da un piccolo praho che era armato d’un mirim, un pezzo d’artiglieria un po’ più grosso dei lila, quantunque fuso allo stesso modo, con ottone grossolano, rame e piombo.
— Ah! — fece Yanez, colla sua solita flemma. — Vogliono misurarsi con noi? Benissimo, avremo polvere in abbondanza da regalare, è vero, Sambigliong?
— La provvista è copiosa, capitano — rispose il malese.
— Noto che s’avanzano molto adagio. Pare che non abbiano nessuna fretta, mio caro Sambigliong!
— Aspettano che la notte scenda.
— Prima che la luce se ne fugga vediamo che musi sono.
Prese il cannocchiale e lo puntò sul piccolo praho che precedeva sempre la flottiglia delle scialuppe.
Vi erano quindici o venti uomini a bordo, che indossavano l’abito guerresco; pantaloni stretti, abbottonati all’anca ed al collo dei piedi, sarong cortissimo, in testa il tudung, un curioso berretto con lunga visiera e molte piume. Alcuni erano armati di fucile; i più avevano invece dei kampilang, quelle pesanti sciabole a doccia d’un acciaio finissimo, dei pisau-raut, ossia specie di pugnali dalla lama larga e non serpeggiante come i kriss malesi, ed avevano dei grandi scudi di pelle di bufalo di forma quadrata.
— Bei tipi — disse Yanez con la sua solita calma.
— Sono molti, signore?
— Uff! Un centinaio e mezzo, mio caro Sambigliong.
Si volse guardando la tolda della Marianna.