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il re del mare 19

la bandiera inglese e che il pellegrino ha avuto un lungo colloquio con quel comandante.

— È partita subito quella nave?

— La mattina seguente, ed ho il sospetto che, durante la notte, abbia sbarcato delle armi, perchè ora non pochi dayachi posseggono dei moschetti e anche delle pistole, mentre prima non avevano che delle cerbottane e delle sciabole.

— Che c’entrino gl’Inglesi in tutta questa faccenda? — si domandò Yanez, che appariva molto preoccupato.

— Possibile, signor Yanez!

— Sai la voce che corre a Labuan? Che il Governo inglese abbia intenzione di occupare la nostra isola di Mompracem col pretesto che noi costituiamo un pericolo costante per la sua colonia e di mandarci a occupare qualche altra terra più lontana.

— Gl’Inglesi, che devono a voi tanta riconoscenza, per averli sbarazzati dei Thug che infestavano l’India!

— Mio caro, credi tu che un leopardo possa avere della riconoscenza verso una scimmia, supponiamo, che l’ha sbarazzato degli insetti che lo tormentavano?

— No, signore, quei carnivori non hanno tale sentimento.

— E non ne avrà nemmeno il Governo inglese che viene chiamato il Leopardo dell’Europa.

— E voi vi lascerete cacciare da Mompracem?

Un sorriso comparve sulle labbra di Yanez. Accese una sigaretta, aspirò due o tre boccate di fumo, poi disse con voce calma:

— Non sarebbe già la prima volta che le Tigri di Mompracem si mettono in guerra col Leopardo inglese. Un giorno hanno tremato e Labuan ha corso il pericolo di vedere i suoi coloni divorati da noi o cacciati in acqua. Non ci lasceremo nè sorprendere, nè sopraffare.

— Sandokan ha mandato dei suoi prahos a Tiga ad arruolare uomini? — chiese il meticcio.

— Che non varranno meno, per coraggio, delle ultime Tigri di Mompracem — rispose Yanez. — L’Inghilterra ci vuole scacciare dalla nostra isola, che da trent’anni occupiamo? Si provi e noi metteremo la Malesia intera in fiamme e daremo battaglia, senza quartiere, all’insaziabile Leopardo inglese. Vedremo se sarà la Tigre della Malesia che soccomberà nella lotta!

In quel momento si udì la voce di Sambigliong, il mastro della Marianna, gridare:

— In coperta, capitano!