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224 | emilio salgari |
— Se l’affrontano gli altri, perchè dovrei sfuggirlo io?
— Sono uomini di mare. Ritiratevi, miss, perchè ora che l’incrociatore si prepara a virare di bordo, le onde spazzeranno la poppa e un cavallone potrebbe irrompere nella torre.
— Mi rincresce di non poter ammirare questa bufera in tutta la sua terribile rabbia. Ah, quale spettacolo! Guardate, sir Moreland, che ondate! Si direbbe che stanno per chiudersi sopra di noi. Aspettate ancora un minuto.
— Badate, miss, le onde assalgono la poppa. Le vedete?
Il Re del Mare, che faticava immensamente a prendere il largo, trovandosi di frequente le sue eliche fuori dalle acque, pareva che fosse diventato un misero guscio di noce. Balzava sulle creste, sbandandosi in modo da temere che da un momento all’altro si squilibrasse, poi strapiombava negli abissi, dai quali pareva che non dovesse mai più uscire.
I colpi di mare si succedevano senza tregua, frangendosi contro le torri con mille muggiti e spazzando la tolda con grave pericolo pei marinai, che venivano sbattuti contro le murate e talvolta perfino sollevati.
Yanez e Sandokan pareva che se ne ridessero dei furori dell’uragano. Aggrappati alla balaustrata del ponte di comando, calmi, impassibili, impartivano gli ordini con voce tranquilla.
Avevano ormai troppa fiducia nella propria nave per dubitare della vittoria finale. D’altronde avevano prese tutte le misure per poter lottare vantaggiosamente con l’uragano.
Avevano raddoppiato il personale di macchina ed i timonieri, avevano fatto doppiare i cavi delle scialuppe, legare le artiglierie leggere, assicurare le grosse e chiudere tutti gli sportelli ed i boccaporti, onde non una goccia d’acqua potesse entrare nella nave.
Tutta la notte il Re del Mare fece valorosamente fronte all’uragano, senza troppo allontanarsi dai paraggi di Mangalum ed essendosi verso il mezzodì dell’indomani calmata la furia del vento, riprese la sua rotta primitiva.
Il cielo però si manteneva ancora minaccioso e tutto faceva credere che quella bufera dovesse avere più tardi un seguito.
— Affrettiamoci ad approfittare di questo momento di calma relativa — disse Sandokan a Yanez ed a Tremal-Naik. — Le carboniere sono quasi vuote e sarebbe una grave imprudenza lasciarci cogliere da un altro uragano coi fuochi semispenti.
L’isola non doveva essere lontana, poichè il Re del Mare, pur tenendosi al largo per tema di venire spinto contro quella terra o