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218 | emilio salgari |
Darma, udendo quelle parole, era diventata pallidissima; pure disse:
— Sì, sir Moreland, bisognerà piegarsi dinanzi alle avversità del destino.
— E tuttavia — riprese il capitano — non so che cosa farei per infrangere i decreti della sorte.
— Non dimenticate, sir, che fra noi sta la guerra e che questa ci dividerà per sempre. Che cosa direbbero mio padre, Yanez e Sandokan se sapessero che io ho accettato la mano di uno dei loro nemici? E che cosa direbbero i vostri, il cui odio verso di noi è ancor più profondo, più accanito, più spietato? Avete pensato a ciò, sir Moreland?
« Voi, uno dei più brillanti e valorosi ufficiali della marina del rajah, a cui la vostra patria ha armato il braccio per sopprimerci senza misericordia, sposare la protetta dei pirati di Mompracem? Vedete bene che la cosa sarebbe impossibile: un sogno che non potrà mai diventare realtà, perchè l’abisso che ci separa è troppo profondo.
— Il nostro amore lo colmerebbe, perchè l’amore non ha patria, se...
— Vorrei che così fosse — disse Darma con voce triste. — Sir Moreland, dimenticatemi. Un giorno voi sarete libero, scordatevi di me, riprendete il mare e obbedite alla voce del dovere che vi chiede il nostro sterminio.
« Dimenticate che su questa nave si trova una fanciulla che voi avete amata e che pur vi ha amato, e fate tuonare, senza misericordia, le vostre artiglierie su di noi, colateci a fondo o fateci saltare in aria. La nostra sorte ormai è scritta a lettere di sangue sul gran libro del destino e tutti noi siamo pronti a subirla.
— Io uccidere voi! — esclamò l’anglo-indiano. — Tutti gli altri sì, ma non voi.
Aveva pronunciato quelle parole «gli altri» con un tale accento d’odio, che Darma lo guardò con spavento.
— Si direbbe che voi avete dei segreti rancori contro Yanez e Sandokan e anche contro mio padre.
Sir Moreland si era morso le labbra, come se fosse pentito di essersi lasciato sfuggire quelle parole, poi riprese prontamente:
— Un capitano non può perdonare a coloro che lo hanno vinto e che gli hanno affondata la nave. Io sono disonorato ed è necessario che mi prenda una rivincita un giorno o l’altro.
— E li annegherete tutti? — chiese Darma con spavento.