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il re del mare 203

— Sì, e finchè avrò un solo uomo ed un pezzo d’artiglieria servibile.

— Io vi ammiro, signori, ma credo che le vostre corse finiranno presto. L’Inghilterra ed il rajah non tarderanno a farvi inseguire dalle loro squadre. Come resisterete voi a simili attacchi? Il carbone vi verrà meno e sarete costretti ad arrendervi o a farvi colare a picco dopo una inutile resistenza.

— Lo vedremo...

Poi Sandokan, cambiando bruscamente tono, chiese:

— Come state, sir Moreland?

— Relativamente bene; il dottore mi assicura che io potrò alzarmi fra una diecina di giorni.

— Avrò molto piacere di vedervi passeggiare sul ponte della mia nave.

— Sicchè contate di tenermi prigioniero — disse l’anglo-indiano, sorridendo.

— Anche se volessi rendervi la libertà in questo momento non potrei farlo, perchè siamo ben lontani dalle coste.

— Risalite verso il nord?

— No, sir Moreland, andiamo invece verso il sud; desidero vedere la foce del Sarawack.

— Vi comprendo, signore. Tenterete un colpo di mano sui depositi di carbone del rajah.

— Non lo so ancora.

— Signor Sandokan, desidererei una spiegazione, se lo permettete.

— Parlate, sir Moreland — rispose la Tigre della Malesia. — Poi, se me lo permettete, vi farò anch’io qualche interrogazione.

— Desidererei sapere perchè avete coinvolto nella guerra anche il rajah di Sarawack.

— Perchè noi siamo convinti che egli sia il protettore dell’uomo misterioso che ha scatenato contro di noi gl’inglesi di Labuan e che in un solo mese ci ha recato tanti danni.

— Chi è costui?

Sandokan fissò sull’anglo-indiano uno sguardo acutissimo, come se avesse voluto leggergli fino in fondo al cuore, poi disse:

— È impossibile che voi, che appartenete alla marina del rajah, non lo abbiate conosciuto.

Qualche cosa, come un fremito, passò sul viso di sir Moreland, il quale rimase per qualche istante muto.

— No — disse poi; — non ho mai veduto l’uomo a cui voi